“Ama, Gps mai accesi: «Pagano i manager»”. E’ il titolo del Corriere di Roma, in prima pagina. Danno erariale di un milione e 500 mila euro per sei dirigenti.

Il quotidiano si sofferma sul sistema di tracciamento dei veicoli, acquistato, pagato quasi in toto, eppure mai entrato in funzione. La vicenda è stata denunciata da Lorenzo Bagnacani all’inizio del suo mandato, quando una ricognizione in casa propria rivelò l’esistenza di una stanza chiusa e inutilizzata accanto alla sala riunioni: avrebbe dovuto essere la control room del sistema di geo localizzazione dei camion aziendali ma era divenuta l’ennesima testimonianza di un possibile spreco di soldi pubblici. Il caso della control room fantasma è citato anche nei verbali d’assemblea dell’epoca (2017). Alla fine emerge che Ama ha già pagato diverse tranche per quella tecnologia mai attivata. Soldi versati al gruppo Almaviva a partire dal 2011.

Stando a quanto riferito dal Corriere di Roma, sotto la lente della magistratura contabile ci sarebbero quei dirigenti che, fra il 2015 e il 2017 (anni non soggetti a prescrizione), avrebbero firmato i pagamenti ad Almaviva — oltre un milione e cinquecentomila euro—in assenza di un’attivazione del sistema. Fra questi compaiono Stefano Bina, Ciro Luciano, Alessandro Filippi, Adriano Berrettoni, Stefano Bianchi, Pietro Zotti e Fulvio Torreti.