I  giudici della Decima sezione penale del tribunale di Roma hanno stabilito che il clan dei Casamonica è magia: è il succo della sentenza emessa oggi nell’aula bunker di Rebibbia, dopo sette ore di camera di consiglio. Sentenza di condanna a carico di 44 imputati con accuse che vanno a vario titolo dall’associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all’estorsione, l’usura e detenzione illegale di armi.

Il processo è scaturito dall’indagine dei carabinieri “Gramigna”, coordinata dal procuratore di Roma Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Musarò e Luciani.

Condannato a 30 anni di reclusione il capo del clan Casamonica, il boss Domenico. I giudici della X sezione penale del tribunale di Roma hanno anche condannato Giuseppe Casamonica a 20 anni e 6 mesi. Pena di 12 anni e 9 mesi di carcere a Luciano Casamonica, a 25 anni e 9 mesi Salvatore Casamonica e a 23 anni e 8 mesi Pasquale Casamonica. Condannato a 19 anni invece Massimiliano Casamonica.

“Quella pronunciata oggi dal Tribunale di Roma è una sentenza storica che finalmente mette nero su bianco che Casamonica equivale a mafia ed un segnale importante da dare ai cittadini del nostro territorio. Da anni come Regione Lazio siamo in prima linea per ridare vita ai beni confiscati alle mafie, insieme ad associazioni e comitati di quartiere, uniti tutti insieme per affermare la legalità. Come Regione lo abbiamo fatto a Roma restituendo ai cittadini tre ville di via Roccabernarda tra cui quella dalla cui demolizione è nato il Parco della Legalità. La sentenza di oggi ci da ancora più forza, noi non molliamo, ma continueremo nella lotta contro le mafie e per la legalità, il che significa stare ogni giorno nei quartieri delle nostre città e presidiarli con i servizi e non lasciare spazi nei quali l’illegalità si può infilare”.

Così in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.