Dopo il workshop del 23 maggio dedicato ai format di comunicazione innovativi adottati dall’Inail per raccontare i propri servizi e sostenere con efficacia i valori della salute e sicurezza sul lavoro, la terza e ultima giornata del 29esimo Forum PA, il Salone italiano della pubblica amministrazione ospitato anche quest’anno nel Convention Center “La Nuvola” dell’Eur, è stata l’occasione per presentare una carrellata delle altre attività che caratterizzano il “nuovo Inail”. Il percorso di trasformazione e riorganizzazione avviato nel 2010 con l’incorporazione di Ispesl e Ipsema, infatti, ha portato a un significativo ampliamento delle competenze e funzioni dell’Istituto per la realizzazione del Polo della salute e sicurezza sul lavoro, in grado di garantire la tutela globale e integrata dei lavoratori. Il “nuovo Inail” è caratterizzato dall’integrazione tra assicurazione, prevenzione, ricerca, cura, riabilitazione e reinserimento, in un reticolo virtuoso di sinergie e interrelazioni che ha fatto da filo conduttore tra i vari eventi organizzati dall’Istituto al Forum PA.

Bandi di finanziamento e nuove tecnologie. Sul versante della prevenzione, una delle novità più significative degli ultimi anni è rappresentata dal bando Isi, l’iniziativa promossa dall’Istituto a partire dal 2010 che nelle prime otto edizioni ha messo a disposizione delle aziende più di 1,8 miliardi di incentivi a fondo perduto per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza. Il primo workshop della giornata – curato dalla Direzione centrale prevenzione, dalla Consulenza per l’innovazione tecnologica (Cit), dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) e dalla Consulenza statistico attuariale (Csa) – ha affrontato, in particolare, il tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie nel campo della progettazione dei bandi di finanziamento alle imprese, che ha portato a modulare e affinare i parametri di accesso ai fondi, per consentire alle aziende di orientarsi verso interventi sempre più efficaci.

Dall’analisi dei dati un’indicazione sulle migliori tipologie di intervento. Nel corso del workshop è emerso come una parte importante del lavoro svolto dalle nuove tecnologie consista nell’estrarre dai dati relativi ai bandi pregressi le informazioni sulle migliori tipologie di intervento prevenzionale sovvenzionate dall’Inail. La metodologia usata ha come orizzonte l’analisi dei testi descrittivi inseriti nella presentazione del progetto e lo studio delle informazioni insite negli elaborati progettuali. L’estrazione dei dati non strutturati viene effettuato con applicativi complessi, basati sull’intelligenza artificiale ma alimentati e guidati con istruzioni semplici, come quelle riconducibili al linguaggio naturale.

Più di 100 collaborazioni con realtà di eccellenza della comunità scientifica. Il seminario successivo ha puntato invece i riflettori sull’attività di ricerca Inail in materia di salute e sicurezza sul lavoro, alla quale è dedicato anche un nuovo dossier distribuito ai partecipanti. Come sottolineato dal direttore centrale Ricerca, Edoardo Gambacciani, nel suo intervento introduttivo, con l’ultimo piano triennale 2016-2018 l’Inail ha destinato circa 25 milioni di euro all’anno alla realizzazione della ricerca scientifica, motore per la produzione di conoscenze originali negli ambiti di competenza dell’Istituto, mentre per la cosiddetta ricerca obbligatoria, l’attività istituzionale svolta in attuazione di disposizioni normative, sono stati stanziati circa 13 milioni di euro. Sono più di 100, inoltre, le collaborazioni che sono state attivate con soggetti della comunità scientifica di alta qualificazione e comprovata esperienza, attraverso la stipula di protocolli d’intesa, accordi quadro, convenzioni operative o in seguito al bando per l’affidamento di ricerche in collaborazione (Bric).

Gambacciani: “Presto una nuova edizione del bando Bric”. “Per dare continuità e sviluppo ad alcune tematiche di ricerca focalizzate sullo studio di nuovi approcci, test di metodi e strumenti operativi per la gestione dei rischi emergenti legati al processo tecnologico, ai mutamenti socio-economici e alle nuove forme di organizzazione del lavoro – ha aggiunto Gambacciani a questo proposito – entro l’inizio dell’estate è prevista una nuova edizione del bando per la ricerca in collaborazione. Le tematiche progettuali, in coerenza con le linee di mandato del Consiglio di indirizzo e vigilanza, costituiranno il ponte di collegamento tra la vecchia e la nuova pianificazione strategica in corso di definizione per il prossimo triennio e riguarderanno i tre ambiti al centro della mission istituzionale: il reinserimento lavorativo, la tutela assicurativa e la prevenzione”. Le risorse che si prevede di stanziare per il finanziamento di ricerca per il biennio di collaborazione sono pari a circa 4,5 milioni di euro.

La metodologia per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato. La prima parte del seminario, moderata da Sergio Iavicoli, direttore del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila), ha concentrato l’attenzione sul fenomeno dei rischi psicosociali e dello stress lavoro-correlato nella PA, attraverso la presentazione della metodologia di gestione sviluppata dall’Inail a partire dal 2011, e aggiornata pochi mesi fa, che offre alle aziende strumenti validati e risorse specifiche, utilizzabili seguendo un approccio sostenibile e integrato, articolato per fasi, che prevede il coinvolgimento delle figure della prevenzione e dei lavoratori. Sono stati poi illustrati alcuni esempi della sua applicazione in alcune realtà amministrative: la direzione generale dell’Inps, la Consob e gli Ospedali Riuniti di Ancona. La sperimentazione avviata nel luglio 2017 nel polo ospedaliero marchigiano, in particolare, è il primo caso di applicazione della metodologia Inail per la valutazione e gestione del rischio stress lavoro-correlato nel settore sanitario, al quale è stata appositamente adattata.

Dai sensori ai robot, soluzioni innovative per ridurre l’esposizione ai rischi. Nella seconda parte del seminario, moderata dal responsabile del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit), Carlo De Petris, sono state invece presentate alcune delle soluzioni messe a punto dai ricercatori Inail per ridurre l’esposizione ai rischi dei lavoratori impegnati in settori ad alto rischio, dall’utilizzo di sensori tecnologicamente avanzati per il monitoraggio delle attrezzature e degli ambienti di lavoro, in grado di estrarre dalla mole di dati raccolta le informazioni sensibili per prevenire gravi incidenti, a due progetti sviluppati in collaborazione con l’Istituto italiano di tecnologia (IIT) di Genova: un esoscheletro collaborativo per la riduzione del carico biomeccanico derivante dalle sollecitazioni muscolo-scheletriche attraverso il potenziamento delle capacità fisiche dell’operatore, prestando particolare attenzione all’affidabilità, alla manutenibilità e alla sostenibilità economica ed energetica del prodotto finale, e un robot teleoperativo quadrupede, in grado di intervenire in situazioni particolarmente pericolose replicando le azioni di un operatore umano che opera in remoto, attraverso la visione virtuale catturata sul campo dallo stesso robot.

L’innovazione tecnologica e le nuove modalità lavorative. Di ricerca si è occupato anche il workshop, organizzato da Cit, Contarp, Csa e Dit, che ha dato spazio a una serie di riflessioni sui profondi cambiamenti di scenario legati ai processi di innovazione tecnologica della quarta rivoluzione industriale, al centro del Piano nazionale dell’Industria 4.0. Se da una parte questo nuovo paradigma permette di aumentare business e produttività, grazie all’automazione dei processi e a una migliore organizzazione aziendale, dall’altra introduce fattori critici per la salute del lavoratore come il tecno-stress o la maggiore esposizione a campi elettromagnetici. L’adozione delle nuove tecnologie ha modificato, inoltre, le modalità lavorative, con l’introduzione del cosiddetto smart working, o lavoro agile, vale a dire la possibilità di svolgere il lavoro subordinato senza vincoli spaziali o di orario, che è stata regolamentata dalla legge 81 del 22 maggio 2017.

L’impatto dello smart working. “Sebbene manchi ancora una statistica precisa, questa nuova modalità di lavoro – ha spiegato la responsabile della Consulenza statistico attuariale Inail, Silvia D’Amario – potrebbe avere un’incidenza positiva sulla casistica degli infortuni in itinere, quelli avvenuti cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, in quanto consente di ridurre il pendolarismo”. L’adeguamento allo smart working “richiede però una digitalizzazione dei processi – ha precisato il coordinatore generale della Consulenza per l’innovazione tecnologica, Paolo Guidelli – e anche l’Inail, che ha sempre garantito la flessibilità ai propri dipendenti, per colmare il gap ha deciso di adottare strumenti come il cloud e le tecnologie VoIP”, che permettono di utilizzare la rete per chiamate e videoconferenze.

Biblio Expert tra le migliori iniziative per l’Agenda 2030. Guidelli è anche il responsabile del programma Open Innovation Inail, piano strategico digitale per il triennio 2017-2019, nel cui ambito si è svolto il progetto Biblio Expert, premiato al Forum PA come una delle migliori iniziative italiane per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, sottoscritta nel 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite. In produzione da questo mese, il prodotto realizzato dal progetto Biblio Expert supporta i ricercatori Inail a interfacciarsi con le banche dati contenenti letteratura scientifica internazionale sul tema delle malattie professionali, con l’aiuto delle tecnologie cognitive. Il supporto fornito ai ricercatori dall’intelligenza artificiale consiste nel facilitare e velocizzare l’onerosa attività di review sistematica per la selezione di articoli scientifici, al fine di supportare analisi di correlazione tra occupazione e tecnopatia, contribuendo alla ricerca dei nessi fra malattia professionale, fattori di rischio e mansioni lavorative. Il premio è stato ritirato dal referente di progetto, Alfredo Paradisi, della Direzione centrale organizzazione digitale (Dcod), in rappresentanza del team integrato formato anche dai ricercatori del Dimeila Stefania Massari, Nunzia Bellantonio, Alessandro Marinaccio, Alessandra Binazzi e Michela Bonafede.

Il percorso formativo e-learning per gli studenti in alternanza scuola-lavoro. Il terzo workshop della giornata, organizzato dalla Direzione centrale prevenzione, è servito a presentare il percorso formativo elaborato dall’Inail per gli studenti dell’ultimo triennio degli istituti secondari di secondo grado in alternanza scuola-lavoro, nell’ambito delle sinergie con il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca. Strutturato in otto moduli e fruibile in modalità di apprendimento a distanza, è stato realizzato anche in modalità accessibile per gli studenti con disabilità e utilizza metodologie didattiche interattive e innovative per aumentare il coinvolgimento degli studenti sulle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro.

Lezioni multimediali, quiz e giochi interattivi per favorire l’apprendimento. Il corso, rilasciato lo scorso dicembre sulla piattaforma del Miur dopo la sperimentazione effettuata su un campione di studenti appartenenti a diversi ordini scolastici, fornisce i riferimenti normativi e descrive i soggetti della sicurezza, i doveri e gli obblighi del lavoratore, la valutazione dei rischi, le sanzioni in caso di violazioni e inadempimenti, e le funzioni degli organismi di vigilanza. Il tutto attraverso lezioni multimediali, esercitazioni, video, giochi interattivi, con quiz di verifica intermedia e un test di valutazione finale.

La forza della Rete per le politiche di benessere organizzativo. Un altro progetto inserito tra le migliori iniziative per l’Agenda 2030 è quello promosso dal Forum nazionale che riunisce 142 Comitati unici di garanzia (Cug) della pubblica amministrazione, che punta alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni e alla promozione del benessere organizzativo, attraverso la creazione di un ambiente virtuale che consenta uno scambio strutturato di informazioni, dati e buone prassi tra i Cug appartenenti alla rete. Come è emerso dal convegno organizzato dal Forum dei Cug nella giornata conclusiva del Salone, le idee non mancano: un buon Crm (Customer relationship management), strumenti di partecipazione collaborativa, presenza costante sui social network, un database di contatti e un magazine che racconti il lavoro dei Comitati, sono solo alcune delle proposte sulle quali si è ragionato durante l’incontro, che ha coinvolto anche i rappresentanti di altri soggetti istituzionali che potrebbero collaborare alla buona riuscita dell’iniziativa, come l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID) e l’Agenzia per la coesione territoriale.

Ninci: “Uno strumento per il dialogo tra amministrazioni diverse”. Dopo aver riepilogato gli obiettivi primari della rete dei Comitati, la presidente del Cug Inail, Antonella Ninci, ha sottolineato come, in una PA 4.0 dove tutte le amministrazioni hanno procedure diverse tra loro, la piattaforma virtuale possa diventare “il primo strumento per un dialogo condiviso tra amministrazioni diverse. Attraverso il superamento delle barriere comunicative al nostro interno, si potrebbero superare e valorizzare le diversità nella pubblica amministrazione. Oggi abbiamo bisogno di cambiare passo, di diventare qualcosa di diverso, perché essere presenti non basta per essere efficaci”.

Tomasini: “Importante partire dai bisogni e dai risultati da ottenere”. “La scelta della tecnologia da utilizzare è subordinata all’identificazione dei bisogni e dei risultati che si vogliono ottenere”, ha spiegato Stefano Tomasini, direttore centrale Organizzazione digitale dell’Inail, che ha richiamato l’attenzione anche sulla capacità maturata dall’Istituto nella gestione di processi complessi sotto il profilo tecnologico e amministrativo. “L’elemento migliorativo in questo caso nasce dalla volontà – ha concluso Tomasini – perché la piattaforma virtuale sarà uno strumento adottato in maniera libera”.