Decine di migliaia di pensionati sono scesi in piazza San Giovanni a Roma per partecipare alla manifestazione “Dateci retta” indetta dai Sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil.
Una manifestazione – la prima dopo 15 anni a tenersi nello storico punto di ritrovo del movimento sindacale – molto partecipata, segno tangibile del sentimento di insofferenza e di insoddisfazione nei confronti di un governo che non ha fatto nulla per migliorare la condizione di vita di 16mln di persone anziane.
LE RAGIONI DELLA PROTESTA – Pensionati bancomat dei governi. Al centro della protesta i continui tagli degli assegni operati in poco meno di dieci anni e che hanno portato ad una perdita pro capite fino a 20mila euro.
Tagli non irrilevanti e reiterati nel tempo a cui si aggiungono quelli decisi dal governo in carica, che attraverso il nuovo meccanismo di rivalutazione in vigore da aprile sottrarrà a chi è in pensione 3,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni.
Altri 100 milioni rientreranno invece nelle casse dello Stato già nel mese di giugno attraverso un conguaglio con cui i pensionati dovranno restituire una parte di quanto ricevuto a gennaio, febbraio e marzo.
I Sindacati denunciano inoltre l’insopportabile pressione fiscale sui redditi da pensione, che è la più alta in Europa e maggiore anche di quella applicata al lavoro dipendente per effetto delle minori detrazioni.
Diritto alle cure e ad invecchiare bene. La sanità e la non autosufficienza vere emergenze nazionali che il governo e la politica non stanno affrontando.
Oltre alle pensioni la protesta ha abbracciato anche altri temi di estrema rilevanza per un paese che invecchia sempre di più e in cui cresce inevitabilmente la domanda di salute e di assistenza.
I sindacati hanno chiesto quindi il rilancio del Sistema Sanitario nazionale, che sia davvero universale e non a disposizione solo di chi può permetterselo, e una legge sulla non autosufficienza, necessaria a sostenere milioni di persone in condizioni di fragilità e le loro famiglie.
PEDRETTI: “SENZA RISPOSTE SCIOPERO GENERALE” – “Siamo qui in questa bellissima piazza in tanti ma se non ci saranno risposte domani saremo ancora di più. Continueremo a mobilitarci, in tutte le città, nei comuni e nei quartieri. Se sarà necessario chiederemo a Cgil, Cisl e Uil di bloccare il paese utilizzando quel vecchio arnese del ‘900 che si chiama sciopero generale“.
Lo ha detto il Segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti intervenendo alla manifestazione odierna.
“Anche se il voto europeo in Italia ha premiato Salvini noi vogliamo dirlo con forza che la razza è solo quella umana. Se lo ricordi il Ministro della paura. Ci batteremo e risponderemo colpo su colpo ad ogni forma di violenza, di intolleranza e di razzismo. Smettetela di odiare il diverso, chi scappa dalle guerre, dalla fame e dalle indigenze.
Basterebbe ricordare come trattavano i migranti italiani all’estero. Noi non possiamo essere razzisti, non è la storia italiana. Questa politica dell’odio e dell’intolleranza ci porterà all’isolamento, alla solitudine e all’avarizia”.
“Dateci retta, cambiate politica perché così ci portate a sbattere. A questo governo chiediamo dove sia andato a finire il contratto di milioni di pensionati con lo Stato. In quel contratto non c’era scritto di tagliare la rivalutazione delle pensioni. Voi quel contratto lo avete stracciato. Non siamo noi gli avari ma siete voi che state dilapidando risorse che non sono vostre, senza nemmeno domandare.
Volete una guerra tra poveri perché quei soldi non li avete presi dai ricchi, dagli evasori e dagli imbroglioni.
Aumentate il finanziamento pubblico sulla sanità, servono 4 miliardi per dare a tutti i cittadini italiani il diritto a curarsi. Fate una legga sulla non autosufficienza, abolite i ticket, riducete le liste d’attesa, assumete più personale senza ingrossare le fila dei privati”.
FURLAN: “PENSIONATI MERITANO PIU’ RISPETTO” – “I pensionati italiani meritano più rispetto e considerazione da questo governo ed in generale dalla classe politica. Sono persone che hanno dato tanto al nostro paese in termini di lavoro, professionalità, innovazione, cultura, ma anche di sacrifici e di assistenza ai nostri figli e nipoti”. E’ quanto sottolinea oggi in un intervento sul quotidiano “Avvenire” la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan sulla manifestazione di oggi dei sindacati dei pensionati a Piazza San Giovanni.
“E’ una protesta del tutto legittima ed ha il pieno sostegno delle confederazioni sindacali. Bloccare la rivalutazione anche per assegni netti di mille e duecento euro, non rispettando gli accordi sottoscritti dai precedenti governi, è stata una scelta iniqua e sbagliata anche dal punto di vista economico perchè significa penalizzare i consumi di milioni di persone che vivono solo di una pensione modesta. Il conguaglio che tantissimi pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi è davvero un fatto increscioso ed inaccettabile”, aggiunge la leader Cisl. “Bisogna invece ricostituire il montante come base di calcolo per chi ha subito il blocco, aumentando anche la platea dei beneficiari della quattordicesima”. La Furlan sottolinea che “oggi in Italia il numero delle persone non autosufficienti cresce anno dopo anno. Ci sono milioni di famiglie che sono in difficolta’ e che aspettano da tempo una legge sulla non autosufficienza che definisca risorse e livelli essenziali uniformi in tutto il territorio nazionale. E’ assurdo che siano considerati un “bancomat” da spremere, come è avvenuto negli ultimi anni con il blocco della rivalutazione, l’aumento delle tasse, i tanti balzelli locali. Per non parlare del livello scadente dei trasporti locali, le liste d’attesa negli ospedali, i ticket odiosi”.
Migliaia i pensionati che hanno animato la manifestazione di oggi all’insegna dello slogan ‘Dateci retta’ . Dignità agli anziani e diritti ai giovani”. La protesta, la prima dopo 15 anni a tenersi nello storico punto di ritrovo del movimento sindacale, ha visto arrivare nella Capitale da tutta Italia centinaia di pullman e di trenl per protestare contro il Governo, colpevole per i sindacati di “non aver fatto nulla per migliorare la condizione di vita di 16 milioni di persone anziane”.