Negli ultimi cinque anni nel Lazio sono morte 618 persone sul posto di lavoro, 361 solo a Roma. È il dato emerso ieri nel corso del convegno “Sicurezza e libertà” organizzato da Cgil, Cisl e Uil all’auditorium Donat Cattin di via Rieti per discutere di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.

“La sicurezza sul lavoro è un tema fondamentale e il Lazio ha un triste primato: il numero di vittime più alto rispetto alla media nazionale”, ha detto Roberto Iovino, segretario della Cgil di Roma e del Lazio.

“Si parla di morti bianche, ma è importante raccontare la storia di queste persone. Si tratta di uomini e donne che a causa di un’organizzazione del lavoro sempre più spinta e di un modello di impresa che vuole il lavoratore sempre più flessibile e precario, spesso non tornano più a casa”.

“Si tratta di un’emergenza nazionale con numeri da guerra civile. Solo nel 2019, stando a dati e proiezioni, le vittime nella Regione sono state ben 83. In forte aumento anche le malattie professionali, cresciute del 30 per cento negli ultimi 5 anni. Ben 44.881, invece, gli infortuni sul lavoro registrati nel 2018. Chiediamo più impegno e più risorse nei luoghi di lavoro perché in Italia non si può morire come 50 anni fa”.