Carichi di lavoro intensi, reddito insufficiente, poche prospettive di carriera, grande utilità sociale ma poco riconoscimento. Questi in sintesi i risultati dell’indagine “Qualità del lavoro, aspettative e rappresentanza dei lavoratori pubblici nei comuni del Lazio”, promossa da Fp Cgil Nazionale e Fp Cgil Roma e Lazio, con l’aiuto dell’associazione RomaRicercaRoma, lanciata sui social tra gennaio e febbraio 2022 e che ha coinvolto più di 700 lavoratori tra i 25 e i 65 anni.

Il primo elemento indagato è quello dei carichi di lavoro che, secondo l’indagine, sono considerati intensi soprattutto a causa del controllo diretto dei superiori o per prestabiliti obiettivi di performance, ma anche poco facilitati dalle tecnologie. Il principale nodo problematico, però, è il reddito che per quasi 7 lavoratori su 10 è percepito come poco o per niente insufficiente per far fronte alle esigenze della propria famiglia. Un problema che investe in particolare il settore socio-assistenziale e socio-educativo, che registra i salari più bassi. Insieme al reddito, sono le prospettive di carriera a registrare il più basso livello di soddisfazione, per 8 lavoratori su 10.

Altri elementi di criticità sono la rigidità organizzativa, la postazione di lavoro, considerata inadeguata o scomoda. Le fonti di maggiore soddisfazione sono le relazioni sociali, tra colleghi e con l’utenza, e la consapevolezza di svolgere un lavoro di grande utilità sociale, seppur non giustamente riconosciuto. Un lavoro che, si evidenzia, viene considerato povero ma stabile e tutelato. Il livello di sicurezza percepita è più basso nei settori socio-assistenziale, socio-educativo ed educativo. Gli aspetti ideologici nella sindacalizzazione, infine, sono maggiormente dirimenti per i giovani.

Secondo la Fp Cgil, “ripartire dando la parola ai nostri rappresentati per noi è inevitabile. È importante sollevare il velo della condizione reale del lavoro pubblico e mettere al centro la qualità sia del lavoro che dei servizi, facce inscindibili della stessa medaglia. Il contratto a cui stiamo lavorando sarà un passo avanti in questa direzione. Al tempo stesso, però, dobbiamo recuperare strumenti di partecipazione attiva coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori. Vogliamo mettere al centro le loro competenze per costruire cittadinanza. Vogliamo renderli protagonisti di questo cambiamento”, conclude la Fp Cgil.