Giampaoletti, dg del Comune, indagato nella vicenda della mancata approvazione del bilancio di Ama, è stato intervistato da Corriere di Roma: “La portata giuridica delle conversazioni registrate da Bagnacani? Nessuna. L’unico risultato è stato esporre la sindaca al pubblico ludibrio, ma non vedo forzature – ha detto Giampaoletti -. I miei rapporti con Bagnacani? Pessimi. Come si è arrivati al logorante conflitto tra Ama e il Comune, fino alla rottura? Non so perché in Ama si siano intestarditi a voler iscrivere a bilancio i 18 milioni oggetto del contenzioso, nonostante una due diligence commissionata dallo stesso Bagnacani evidenziasse il disallineamento debiti-crediti soprattutto nei servizi cimiteriali: aspetto del quale nel bilancio non veniva data alcuna rappresentazione. Quando abbiamo informato la controllata che non le avremmo riconosciuto quei 18 milioni ritenuti «certi ed esigibili»? Nell’agosto 2017 l’allora responsabile del servizio scrive con marcato livello di chiarezza che o l’azienda restituisce quella cifra o il socio porterà le carte in Procura. La comunicazione che effetto ha avuto? Con una mano Ama ha restituito i 18 milioni, salvo riaccendere con l’altra il credito corrispettivo. Il punto è che quell’entrata iscritta a bilancio non era documentata da alcun elemento di controllo di gestione. Da dove nasce la richiesta di quella posta creditizia? Ama sostiene di aver sostenuto costi superiori alla somma che percepisce dal Comune, 15 milioni l’anno come prevede il contratto di servizio, per il comparto cimiteriale. Ma a noi risulta che in passato ha trattenuto cifre superiori, in alcuni anni fino a 30 milioni, dunque quella richiesta appare del tutto ingiustificata (…)”