“La USB P.I. – Giustizia scrive alla ministra Cartabia chiedendo un intervento forte per ripristinare la legalità negli uffici a seguito dell’immissione del personale addetto all’Ufficio del Processo.

Nonostante il progetto nasca per coadiuvare l’attività del magistrato in attività di studio, ricerca etc… questo personale viene “lanciato” nelle cancellerie, nel delirio generale.

E con la regola non scritta “ufficio che vai usanza che trovi”, ogni ufficio ne sta facendo l’utilizzo che meglio crede in barba alle più elementari regole di correttezza.

Per non parlare della pretesa di formazione da parte del personale a costo zero mentre le università ed i professoroni sono stati lautamente pagati con fondi utilizzati del PNRR, per ben 90.000 ore di didattica, mentre quei pochi spiccioli inizialmente previsti nel progetto sono spariti d’incanto, perché l’amministrazione come al solito fa passare in deroga tutto ciò che è a danno del personale mentre non riesce a far passare le poche cose buone.

Tutto questo è inaccettabile ed intollerabile.

Questa è una partita che apre degli scenari inquietanti per il futuro dei lavoratori della giustizia viste e dichiarazioni dell’amministrazione che l’Uffico del Processo costituirà la base di partenza per il prossimo contratto integrativo.

Vigiliamo compatti sulle prossime mosse di questa amministrazione cieca e sorda a tutte le istanze del personale e tardiva nel mantenere fede agli impegni assunti.

USB da tempo immemore sollecita le lavoratrici e i lavoratori ad una reazione forte e dare un segnale per dire basta a tutte le angherie subite.

L’essere proni all’amministrazione, anche da parte delle altre organizzazioni sindacali, senza un’opposizione forte e decisa ha portato alle condizioni odierne.

Il dialogo e il collaborazionismo sono risultati fallimentari, prima si prende coscienza di questo rafforzando la USB attraverso il voto e l’adesione e prima usciremo da questo pantano in cui ci ritroviamo e di cui sappiamo a chi dire grazie”.

Così in una nota USB P.I. Giustizia