“Succede che all’Istituto Superiore di Sanità, proprio quello che ha dato un contributo fondamentale al contrasto all’epidemia, per il lavoro di ricerca e di controllo svolto e rappresentando un riferimento di garanzia per la popolazione, il presidente Brusaferro decida di bloccare le procedure per i passaggi di carriera di Ricercatori e Tecnologi, creando un danno indiretto anche alle carriere del personale tecnico e amministrativo”.
Così in una nota USB Ricerca.
“I fatti. Il CdA dell’ISS ha deliberato nel piano assunzionale 2018-2020 un numero tot di posti per i passaggi di carriera di ricercatori e tecnologi e per il riconoscimento della mansione da ricercatore svolta dai cosiddetti “sottoinquadrati”, cioè personale laureato ma inquadrato nel profilo di tecnico.
Causa pandemia, le procedure sono state avviate solo nel 2021, ma solo per un terzo dei posti deliberati, nonostante siano disponibili posti e risorse.
Una scelta che di fatto impedisce la progressione di carriera per centinaia di lavoratori che aspettavano questa opportunità da anni.
Una scelta che attiene ad una concezione di gestione del personale tipica dell’università, nella quale il preside o il rettore di turno determinano la vita lavorativa di ricercatori e docenti. Non appartiene alla storia dell’ISS e degli Enti Pubblici di Ricerca e come organizzazione sindacale e come lavoratori dell’ISS la rigettiamo totalmente.
Il tutto mentre il MUR finanzia passaggi di carriera per gli enti vigilati (CNR, INAF, INFN, etc.) creando una insopportabile discriminazione nel settore della Ricerca a danno degli enti vigilati da altri ministeri, tra i quali appunto l’Istituto Superiore di Sanità.
Così come durante la pandemia di Sars Cov 2, i lavoratori dell’ISS sono sempre al servizio della popolazione e vivono il proprio lavoro con grandissimo senso del dovere, rispondendo sempre con grande professionalità e abnegazione alle emergenze sanitarie del Paese.
In tutta risposta:
- hanno avuto le carriere bloccate per anni;
- hanno salari mediamente inferiori del 40% rispetto all’estero;
- il CCNL, accorpato a quello della Scuola, è scaduto a dicembre e ancora non è stato neanche aperto il tavolo per il rinnovo.
E oggi, quando si trovano ad un passo dalla più che legittima promozione, il loro presidente gli scippa i posti che un CdA aveva deliberato.
Un fatto grave che ha creato una profonda spaccatura tra dirigenza e personale e che ha dato luogo alla scelta di proclamare per domani giovedì 12 gennaio uno sciopero di due ore, con manifestazione dalle 11 alle 13 sulla scalinata di viale Regina Elena.
I lavoratori chiedono che gli sia restituito ciò che gli spetta e che invece, evidentemente, qualcuno vuole centellinare decidendo chi “merita” e chi no”, conclude USB Ricerca.