Italia Oggi ha intervistato Gian Paolo Manzella. L’assessore all’Innovazione della Regione Lazio, da marzo scorso nella giunta Zingaretti, ha voluto raccontare in un libro, L’economia arancione, storie e politiche della creatività, editore Ribattino, le principali tappe percorse da università, think tank, centri di ricerca, con l’obiettivo di porre le basi di una concreta politica italiana «per» la creatività e l’innovazione, parola che fa brillare gli occhi al neo-assessore. “L’economia arancione è una risorsa a cui il Lazio deve senz’altro attingere per sviluppare il suo tessuto economico”, ha spiegato. “Quanto vale oggi l’economia arancione?È uno di quelli che sta crescendo maggiormente. I numeri elaborati dalla Fondazione Symbola, nata nel 2015 per promuovere la soft economy, dicono che nel 2017 l’economia della creatività ha generato il 6,1% della ricchezza prodotta in Italia, ovvero oltre 92 miliardi di euro. Se ci aggiungiamo la ricchezza prodotta da altri settori legati all’offerta culturale, incominciando dal turismo, l’asticella supera i 255 miliardi. Dunque, numeri alla mano, una quota pari al 16,6% della ricchezza prodotta in Italia ha una base culturale. L’economia arancione costituisce un asset fondamentale per il Paese. Lo è anche per il Lazio? Certamente, il Lazio è un gigante della creatività italiana. Anche in questo caso, i dati in possesso di Symbola ne sono la prova: l’8,8% del valore aggiunto prodotto nel Lazio viene proprio da questo settore, che conta più di duecentomila addetti. L’economia della creatività gira grazie all’innovazione. Cosa sta facendo la Regione Lazio per alimentare nuovi progetti? Creatività e innovazione sono due campi strettamente connessi. Il Lazio dispone di un capitale umano di grande valore, soprattutto a livello intellettuale. Il nostro compito consiste nel mettere a disposizione del mondo imprenditoria- le questa risorsa, affinché possa essere sfruttata. A questo scopo abbiamo intrapreso una serie di iniziative rivolte al mondo universitario. Che tipo di iniziative? Lavoriamo per far sì che il sistema economico si nutra del dialogo tra impresa e università. Abbiamo perciò avviato, ormai da diversi anni, un ambizioso processo di reindustrializzazione, investendo nel complesso 150 milioni.In tutto sono stati pubblicati otto bandi tra il 2016 e la fine del 2017: finora ammontano a 282 i progetti approvati, di cui 91 semplici e 191 integrati. Coinvolti 747 soggetti beneficiari. Un ultimo bando, per la realizzazione di infrastrutture per la ricerca e la creazione di laboratori specializzati in tecnologie abilitanti, al quale tengo molto, ha portato all’approvazione di quattro importanti progetti, tra cui uno sulle nanotecnologie del Consiglio nazionale delle ricerche e uno sui materiali avanzati proposto dall’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie (…)”.