“Prosegue la discussione per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della scuola. Domani, 28 giugno, si prevede un nuovo incontro tra l’Aran e i sindacati firmatari del contratto.
Cosa prevede il rinnovo del contratto scaduto già da due anni?
Per il personale docente, un aumento di circa 90 euro lordi (50 euro netti) mensili a fronte di una contrattualizzazione della didattica a distanza, una valorizzazione per coordinatori di classe, di dipartimento e tutor dei neoassunti senza oneri per lo stato (daranno una pacca sulla spalla che finalmente restituirà dignità alla professione docente), una formazione legata a possibili riconoscimenti economici ma solo per una parte dei docenti che si saranno formati sugli argomenti imposti dal MI.
Il personale ATA godrà di un aumento di circa 10 euro netti mensili, ma non sappiamo bene come verranno articolati lavoro agile, formazione e revisione dei profili professionali.
Un contratto che ha quindi tutte le caratteristiche di irricevibilità, a partire dall’aspetto salariale, che presuppongono le prone ed immediate firme dei concertativi.
USB Scuola chiede invece:
un aumento reale del salario sempre più impoverito dall’inflazione, dall’aumento dei costi dei beni anche di prima necessità, delle bollette e dei carburanti: non meno di 300 euro al mese, per il personale tutto, docente e ATA;
una reale revisione dei profili professionali ATA e delle mansioni, che vengano correttamente adeguati alle nuove incombenze e responsabilità del personale, nonché alle nuove esigenze di formazione;
una regolamentazione del lavoro a distanza che resti esclusivamente finalizzato a fronteggiare le emergenze e regolamentato per il personale ATA sulla base di necessità ben chiare (motivi di salute) per evitare abusi e sempre maggiore isolamento dei lavoratori.
USB Scuola resta pronta ad intervenire in ogni modo possibile, nonostante il periodo estivo non favorisca le mobilitazioni (cosa che ministero e concertativi sanno molto bene). Ma faremo sempre in modo di fare sentire la nostra voce, la voce dei lavoratori e le loro esigenze reali”.
Così in una nota USB Scuola,