“Si svolgono oggi i test d’ingresso di Medicina e Chirurgia a cui negli Atenei del Lazio partecipano circa 7.000 studentesse e studenti a fronte di meno di 1500 posti. Un imbuto che ostacola il diritto allo studio e che, dopo 22 anni dalla sua introduzione congiuntamente alle politiche di tagli e contraIoni della spesa pubblica, mostra le gravi ricadute sul servizio sanitario pubblico e sul diritto alla cura.Gli anni alle nostre spalle hanno evidenziato con forza la necessità di rilanciare la sanità pubblica, investendo sulle infrastrutture, sulle risorse strumentali e umane.Solo nel Lazio sono necessarie almeno 10.000 assunzioni, da bandire nei prossimi 2 anni, per far fronte al mancato turn over nel Servizio Sanitario Regionale e garantire l’apertura delle strutture sanitarie previste dal PNRR.Lavoro e istruzione non sono mondi separati, e a maggior ragione quando si parla di servizi universali. Così come sosteniamo la riapertura della stagione concorsuale e chiediamo investimenti straordinari per immettere nuove risorse nel servizio sanitario, crediamo che servono, inevitabilmente, politiche lungimiranti sulla formazione e il diritto allo studio, tra le quali il superamento del numero chiuso e investimenti ingenti sulle specializzazioni”.
Così in una nota Flc Cgil ed Fp Cgil di Roma e del Lazio.