“Sono partita con l’idea di scrivere un ‘giornale di bordo’ per aiutare i membri del gruppo a contenere le ansie causate loro dalla situazione del momento. Il libro è venuto dopo, come necessità di comunicare la nostra esperienza”. È quanto ha affermato la psicoanalista Monica Horovitz, in occasione della presentazione a Roma del volume “Psicoanalisti in lockdown. Effemeridi di menti a distanza” (Solfanelli), a cura della stessa Horovitz e di Adelia Lucattini e nato dalle testimonianze di un gruppo di quattordici psicoanalisti dislocati in diversi Paesi (Francia, Italia, Argentina e Libano) che hanno discusso della loro attività professionale durante la serrata del marzo 2020 dovuta alla pandemia da Covid-19.

Pubblico delle grandi occasioni venerdì 7 ottobre, nella sala conferenze del Best Western Plus Hotel Universo di Roma, per la presentazione del libro che sta avendo ottimo riscontro in Italia e all’estero. All’incontro sono intervenute le curatrici del volume Monica Horovitz presidente del convegno internazionale “Bion in Marrakech”, Adelia Lucattini psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association, dottoranda all’Université Sorbonne Nouvelle di Parigi e Claudio Neri, professore di Psicologia all’Università degli Studi di Torino. A introdurre i lavori Maria Adelaide Lupinacci psicoanalista didatta della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association, e l’attrice Annabella Cerliani ha letto brani del libro.

Per Adelia Lucattini “scrivere un libro è rendere i propri pensieri ‘tangibili’, li si affida ai lettori e alla Storia, perché un libro è per sempre”.  Per Maria Adelaide Lupinacci il volume “è un “diario clinico” di quanto vissuto dagli analisti e i loro pazienti”. Claudio Neri, ha illustrato la sua esperienza di psicoanalista gruppale durante il lockdown e esortato a mantenere attivo la riflessione senza abbandonarsi alla “comodità” che blocca il pensiero.

Testimonial dell’iniziativa il giovane regista, Alessandro Licata che a soli 16 anni ha debuttato con il cortometraggio “Era Ora”, che ha come protagonista la nota influencer Giulia Salemi. “Noi giovani durante il lockdown siamo stati quelli più colpiti nei rapporti con i nostri amici”, ha spiegato Licata, “Uscire, incontrarsi ci è mancato molto. Adesso ne siamo fuori, ho voluto raccontarlo nel mio cortometraggio “Era ora”. La presenza di Giulia Salemi è stata determinante, grazie alla sua popolarità ci ha aiutato far arrivare questo cortometraggio proprio a tutti”.

Tra il pubblico che ha animato la discussone con le autrici e Alessandro Licata, medici e psicoanalisti da tutta Europa, l’attrice e scrittrice Maria Monsè, il conduttore televisivo Angelo Martini, l’imprenditore Salvatore Paravia, il produttore Salvatore Alicata, imprenditori, insegnanti e professionisti.