È davvero delicato il tema del lavoro in solitario, soprattutto quando si parla di sicurezza. Conoscere l’inquadramento e i rischi correlati a questo tipo di mansione consente di operare in conformità alla legge e garantendo la tutela dell’incolumità dei lavoratori. Ne parliamo insieme all’azienda SINE che offre consulenze in sicurezza sul Lavoro a Udine.

Il lavoro in solitario allo stato attuale non è disciplinato da decreti specifici. Non esistono restrizioni particolari né precisi obblighi a cui attenersi. Questo non vuol dire, ovviamente, che non ci siano regole di alcun tipo. Per esempio i lavoratori non possono essere esposti a quello che viene definito lavoro in solitario in tutte le circostanze in cui venga rilevato un rischio non accettabile, come avviene per esempio nel caso di un lavoro con scale.

I rischi potenziali

Un altro esempio può essere individuato nel lavoro in spazi confinati, il quale a sua volta è soggetto a una precisa normativa, ma lo stesso dicasi per il lavoro che prevede l’impiego di PLE. Sono tutte circostanze nelle quali si richiede la presenza – obbligatoria – di un lavoratore a terra che sia pronto a garantire un intervento di primo soccorso nell’eventualità in cui si dovesse presentare una emergenza. Ebbene, al datore di lavoro viene chiesto – dal Testo Unico sulla Sicurezza – di operare una valutazione di tutti i potenziali rischi. Ebbene, quando è presente deve essere valutato anche il rischio da lavoro in solitario, il quale rappresenta una specifica condizione di lavoro, che deve essere considerata come fattore di rischio potenziale. I rischi che sono associati a questa condizione devono essere valutati e gestiti con un livello di attenzione identico a quello riservato a tutti gli altri rischi professionali.

Lavoratori isolati: le diverse tipologie

Esistono varie tipologie di lavori in solitario che devono essere svolti al di fuori della sede aziendale o dell’unità produttiva: un esempio può essere individuato nell’attività che viene compiuta da una guardia particolare giurata. Chi svolge questa mansione agisce in contesti che in molti casi non conosce: si tratta, dunque, di ambienti nei quali potrebbero esserci dei rischi di cui non si è a conoscenza. Anche nel corso dell’attività di vigilanza nei cantieri si possono verificare degli eventi particolari. Ancora, vale la pena di citare le attività di riparazione di attrezzature o di manutenzione. Infine, vanno menzionati gli addetti agli impianti di trasporto dell’energia o di cabine elettriche, gli autotrasportatori e gli addetti alle pulizie.

I dispositivi uomo a terra

Per tutte le categorie di lavoratori a rischio sono progettati i dispositivi uomo a terra. Ci sono modelli, fra l’altro, che sono certificati per atmosfere che sono classificate come a rischio esplosione. Stiamo parlando di soluzioni in grado di proteggere i lavoratori isolati, e che quindi operano in solitario, attraverso la trasmissione di allarmi automatici e manuali. Se un lavoratore avesse un malore o perdesse la propria posizione, un pre allarme attiverebbe il dispositivo, e a quel punto partirebbe una chiamata di emergenza automatica; lo stesso accadrebbe nel caso in cui il lavoratore mantenesse una posizione per più di un certo lasso di tempo.

Come funzionano i dispositivi uomo a terra

Per altro la maggior parte dei dispositivi di questo tipo prevede un funzionamento simile a quello di un localizzatore satellitare: in questo modo il lavoratore può essere trovato senza problemi, anche se si trovasse in una zona particolarmente ampia. Quel che è certo è che per garantire la sicurezza e la salute sono tre le direttrici più importanti lungo le quali si può agire: le misure gestionali, le misure tecniche e le misure formative. Visto che un operatore che lavora isolato è esposto a rischi specifici, essi vanno valutati attentamente.