“Metro, treni affollati e banchine-caos”. Questo il titolo dell’edizione romana del Corriere della Sera. Ore 8: vagoni strapieni di lavoratori e studenti, nessun controllo sugli ingressi nelle stazioni. Da venerdì la capienza dei mezzi pubblici dovrebbe passare al 100% ma già ieri all’ora di punta salire era un problema.
A pagina 2: “A rilento gli appalti per la revisione, Metro a rischio stop”. Attuato solo un terzo delle manutenzioni obbligatorie. Ultimatum dell’Agenzia per la sicurezza al 31 dicembre. Scarseggiano le figure in grado di avviare le gare, controllare le ditte, applicare le penali.
Preoccupa l’impatto del ritorno alla normalità su un servizio che già adesso, con la capacità all’80 per cento e i flussi degli studenti scaglionati in due turni, è in difficoltà come dimostrano i forti ritardi sulla metro B1, fino a 30 minuti di attesa tra una corsa e l’altra – si legge sul quotidiano -. La madre di tutti i problemi è il deficit manutentivo che si trascina da anni sul quale l’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) è stata chiara: dopo una serie di proroghe, e dopo aver appurato un livello accettabile di rischio a valle di una valutazione tecnica positiva, se entro il 31 dicembre la municipalizzata non rispetterà il cronoprogramma per la revisione dei vecchi treni Caf 300 (39 nel deposito di Osteria del Curato ai quali si aggiungono i 68 Mp100/300 a Magliana più 22 convogli equivalenti a composizione variabile) si rischia lo stop anche sulla B e la A.














