“Lo scioglimento per mafia dei comuni di Anzio e Nettuno non ci coglie di sorpresa perché rappresenta l’esito inevitabile dell’inchiesta “Tritone” che, nel  febbraio scorso,  ha inferto un colpo durissimo alla locale Ndrangheta, costituita da esponenti delle famiglie Modafferi, Gallace, Perronace, Tedesco, che operava come distaccamento del vertice di Santa Cristina d’Aspromonte. Dalle indagini del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri, coordinate dalla Dda di Roma, emerge uno scenario inquietante che disvela un reticolo di relazioni della Ndrangheta in grado di dispiegare la sua azione sia sul versante criminale che su quello politico ed economico. Ringraziamo le due Commissioni di Accesso insediate dall’allora Prefetto Piantedosi per il lavoro approfondito svolto in questi mesi e ci auguriamo che i Commissari Prefettizi che saranno inviati nei due Comuni sviluppino modelli di partecipazione e condivisione con le tante energie positive presenti in quelle comunità. I cittadini di Anzio e Nettuno, le forze sociali e associative vivano questo commissariamento come occasione di rigenerazione nel segno della legalità e della bellezza diventando protagonisti della rinascita di due località tra le più belle del Lazio. Oggi presenteremo il Rapporto “Mafie nel Lazio” alla Sala del Consiglio Comunale di Nettuno insieme al Presidente Vicario della Regione Lazio Daniele Leodori, al Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia dott.ssa Maria Cristina Palaia e al Commissario Straordinario dott. Bruno Strati per ribadire il nostro sostegno alla Magistratura, alle Forze di Polizia e alla stragrande maggioranza dei cittadini che vogliono restituire speranza ad una comunità ferita e oltraggiata dalla presenza della criminalità organizzata”.

Così in una nota Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.