“Negozi, cedolare anche ai rinnovi”, titola Il Sole 24 Ore in prima pagina. Immobili. Le Entrate allargano il perimetro della «tassa piatta» prevista per i canoni di affitto. La proroga viene considerata come se fosse un contratto di locazione stipulato nel 2019.

A pagina 7: “Cedolare sui negozi estesa ai rinnovi”. L’apertura dell’Agenzia interessa un potenziale di 120mila contratti prorogati nel 2019.

La cedolare secca per l’affitto dei negozi – si legge sul quotidiano economico – è applicabile anche se quest’anno si verifica la proroga contrattuale. E non solo quando viene stipulato un nuovo contratto di locazione. Lo dicono le Entrate nelle ultime righe della risposta all’interpello 297/2019. È un’apertura che moltiplica il numero dei potenziali beneficiari della tassa piatta al 21 per cento. La possibilità di optare per la cedolare sugli affitti dei locali accatastati come C/1 (prevista dal comma 59 della legge 145/18) riguarda i soli contratti stipulati nel 2019. A stretto rigore, dunque, non ne potrebbero beneficiare i contratti meramente prorogati nel corso dell’anno. Secondo la risposta 297, invece, «la proroga, agli effetti della disposizione in esame, si considera come se fosse un contratto di locazione stipulato nel corso del 2019». Non è chiaro, però, se per le Entrate la «scadenza naturale» arrivi dopo i primi sei o dopo i primi 12 anni. È vero che al sesto anno il locatore può negare il rinnovo solo nei casi di legge, ma la stessa legge 392/1978 (articolo 28) dice che «il contratto si rinnova tacitamente di sei anni in sei anni». Il che aprirebbe all’opzione già quando scatta il primo “+6”.